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Innovazione e sanità, quali soluzioni?

Innovazione e sanità

L'assistenza sanitaria è sempre stata prima di tutto un'industria di tecnologia e innovazione.

Quando parliamo di tecnologia non dobbiamo pensare solo ai PC di ultima generazione, ai progressi della medicina o alle nuove strumentazioni a disposizione dei clinici per fare diagnosi.

Anche poter disporre di acqua pulita è stato un progresso rivoluzionario.

E l’elenco continua: introduzione dell'anestesia, invenzione dello stetoscopio, sviluppo dell'assistenza infermieristica in una professione qualificata, teoria dei germi, vaccinazioni, raggi X, etc.

Fino a poco tempo fa tutte queste innovazioni erano accomunate da un elemento: era tutto basato sul rapporto medico paziente. Poi sono arrivati gli ospedali, l’innovazione tecnologica, che ha ampliato il raggio d’azione, anche se il nucleo centrale è sempre rimasto la relazione tra medico e paziente.

Oggi, con la crescente digitalizzazione in sanità, le cose stanno cambiando: da una parte i pazienti stanno assumendo un ruolo più attivo nella loro salute e nelle loro decisioni, dall’altra nuovi tipi di organizzazioni e servizi online stanno proponendo livelli differenti e innovativi di assistenza sanitaria.

Come ha già spiegato il nostro vice presidente Don Woodlock, i Big della tecnologia come Apple, Google e Amazon si stanno facendo avanti con proposte che riguardano l’offerta di servizi sanitari. Oggi siamo a un nuovo punto di svolta nella storia medica, perché le forze che si uniscono per guidare il cambiamento toccano quella relazione fondamentale medico-paziente, basta pensare al recente lancio di Amazon Clinic: con un click il gigante di Seattle ti mette in contatto con il tuo medico.

Quali sono forze che permettono questo cambiamento?

Fattori economici e nuovi modelli di business. Consumerizzazione. Tecnologia

Digitalizzazione in sanità: una questione economica

A livello globale, l'assistenza sanitaria è un'industria da 10 trilioni di dollari, quindi non sorprende che gli investitori si rivolgano alle startup sanitarie e investano a un tasso 5 volte superiore rispetto ad altri settori.

Le grandi aziende private in campo sanitario, come la statunitense Walgreens Boots Alliance stanno estendendo il loro campo di applicazione in modo orizzontale e verticale, mentre i rivenditori big-box come Walmart e Best Buy (le big box sono degli ambulatori presenti nei centri commerciali che offrono cure primarie a basso costo) stanno investendo per garantire una crescita futura significativa guidata dall'assistenza sanitaria.

In Italia, dove l’assistenza sanitaria è pubblica, secondo l’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano, nel 2021 la spesa per la sanità digitale è cresciuta in maniera significativa (+12,5% rispetto all’anno precedente), raggiungendo un valore di 1,7 miliardi di euro, pari all’1,3% della spesa sanitaria pubblica (29 euro/anno per cittadino).

Le strutture sanitarie sono responsabili di oltre il 70% della spesa per sanità digitale (1,2 miliardi di euro), mentre le Regioni di quasi il 25% (400 milioni di euro). Se tutto questo lo associamo a una popolazione che invecchia e che ha condizioni croniche sempre più complesse che richiedono un trattamento continuo, avremo come risultato un mercato che richiede soluzioni innovative e a basso costo. Il PNRR potrà aiutare nel breve periodo e potrà farlo se sarà usato per riformare il sistema, non per finanziare interventi puntuali che poi, finiti i finanziamenti, non possono più essere portati avanti.

Consumerizzazione

Parliamo di consumerizzazione e non consumismo per un motivo ben preciso, che ha a che fare con la prospettiva con cui guardiamo le cose. Il consumismo definisce l’atteggiamento che punta al soddisfacimento indiscriminato di bisogni non essenziali, tipico della civiltà dei consumi. La consumerizzazione invece si riferisce a quel fenomeno che disegna e imposta le tecnologie da usare in ambito professionale, prendendo come riferimento come queste sono utilizzate in ambito privato (consumer).

I consumatori non sono più disposti ad accettare un sistema sanitario che stabilisce le regole per loro e gli imprenditori di tutti i tipi stanno rispondendo alla domanda muovendosi verso un'esperienza sanitaria omnicanale, "sempre e ovunque". Test clinici via mail. Pianificazione online. Visite online con lo smartphone. Visite mediche a scuola, sul luogo di lavoro: la sanità segue l’utente, non viceversa.

Anche le tecnologie sanitarie, quindi, dovranno attenersi alla consumerizzazione per poter funzionare e soddisfare realmente i bisogni dei pazienti. La telemedicina potrebbe esserne un esempio.

Non solo. Ad oggi sono presenti oltre 350.000 app digitali per la salute e il benessere, ognuna delle quali offre un'esperienza di gestione dell'assistenza diretta al consumatore. La diagnostica e le terapie digitali stanno cambiando le dinamiche di cura, includendo anche la gamification come modalità di trattamento.

Digitalizzazione in sanità, con quali tecnologie?

Fino a poco tempo fa, la maggior parte delle tecnologie sanitarie puntava sulla centralità dell'ospedale come luogo di cura. La tecnologia continuava a diventare più diffusa, richiedendo più specializzazione e più monitoraggio in presenza. Oggi le cose stanno cambiando e si sta lavorando nella direzione opposta. I dispositivi indossabili ne sono un esempio: permettono un monitoraggio continuo del paziente, a distanza, e sono di piccole dimensioni. Si possono monitorare da remoto anche le unità di terapia intensiva, si può usare l'intelligenza artificiale per interpretare le immagini radiologiche, o usare le chatbot per la salute mentale. Questa è telemedicina. La digitalizzazione della sanità è telemedicina nella buona parte dei casi. Mentre abbiamo ancora bisogno di ospedali fisici e medici in carne e ossa, sempre più spesso queste entità vengono estese e supportate delle tecnologie. Non potremo mai fare a meno di ospedali e medici, ma la tecnologia ci aiuterà ad amplificare il loro potenziale e a raggiungere chi ha bisogno di cure, in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento.

La domanda che oggi dobbiamo farci non è tanto chiedersi come sarà il futuro, ma cosa ognuno di noi può fare in questo momento. In un momento di grandi cambiamenti come quello che stiamo vivendo, è più importante che mai riesaminare, ridefinire e impegnarsi nuovamente in una strategia.

Quando i venti soffiano freneticamente intorno a te, solo una solida strategia visibile può tenerti in pista e permetterti di attraversare questi cambiamenti dirompenti. E prepararti al futuro o i vari futuri possibili.

È davvero un momento entusiasmante per essere nel settore sanitario: si stanno valutando nuove idee e stiamo assistendo a una fiducia ritrovata, due elementi che possono guidare rapidamente il cambiamento e permetterci di rispondere ai nuovi bisogni di salute delle nostre comunità.

Articolo liberamente tratto e adattato per l'Italia dall'originale.

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